Progetto UniStraSi “Tessuti sociali”

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Un progetto tra mediazione linguistica, inclusione sociale e educazione al patrimonio. Questo in sintesi “Tessuti SOCIALI (SOCIal Learning, Allestimenti museali, Lingue, Interazioni): percorsi conoscitivi per il Museo del Tessuto di Prato”, il progetto di ricerca realizzato dall’Università per Stranieri di Siena in collaborazione con il Museo del Tessuto di Prato nell’ambito dei fondi “POR FSE 2014/2020 della Regione Toscana.

Tra il 2020 e il 2022 sono state sviluppate azioni pilota per il coinvolgimento nella vita culturale del Museo di cittadini e famiglie espressione di alcune comunità straniere particolarmente presenti sul territorio pratese, come quelle albanese, cinese, marocchina e pakistana.

I risultati, insieme alle attività, sono stati presentati giovedì 30 giugno al Museo del Tessuto in una tavola rotonda – coordinata da Filippo Guarini, Direttore del Museo del Tessuto – che ha visto la partecipazione del  Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari; del responsabile scientifico del progetto, Andrea Villarini dell’Università per Stranieri di Siena; dell’Assessore all’Istruzione della Regione Toscana, Alessandra Nardini; dell’Assessore all’Istruzione del Comune di Prato, Ilaria Santi; dell’assegnista di ricerca dell’Università per Stranieri di Siena, Vanessa Foscoli curatrice delle attività didattiche digitali; della responsabile delle attività educative del Museo, Francesca Serafini; dei rappresentanti degli istituti scolastici coinvolti nel progetto e delle associazioni che hanno collaborato alla mediazione culturale e linguistica.

Con l’occasione sono stati, inoltre, mostrati i prodotti digitali realizzati dai ragazzi delle classi dell’Istituto Comprensivo Marco Polo ed i video creati dagli studenti degli Istituti Superiori Gramsci Keynes, Livi e Copernico, visibili sul sito del Museo alla pagina www.museodeltessuto.it/inclusivita/. Infine, è stato presentato il nuovo percorso digitale del Museo che tramite tecnologia QrCode consente di visitare il Museo in totale autonomia grazie a testi e audio disponibili in italiano semplificato, albanese, arabo, cinese e urdu. Le voci che intervengono per raccontare il percorso espositivo del Museo sono degli stessi ragazzi che hanno preso parte al progetto e che si sono prestati ad attività di speakeraggio.

Il dettaglio della ricerca, con i quattro distinti percorsi digitali di formazione in lingua italiana a partire dai contenuti del Museo, sono invece consultabili sul sito elil.it/tessutisociali/.

“L’Università per Stranieri è molto felice di partecipare a questo progetto, ha dichiarato Tomaso Montanari,  e io sono grato al prof. Villarini per averlo ideato e diretto. Credo che il tessuto sia la metafora giusta: attraverso la loro tessitura, il loro comporsi di fili diversi e le loro provenienze, fatture, materie, noi riusciamo a conoscere il tessuto della nostra società. E l’impegno dei ragazzi tramite la lingua e le modalità telematiche, informatiche, social, significa restituire loro un’idea di patrimonio che non ha niente a che fare con la nazionalità: è un patrimonio dell’umanità che si trova in Italia, in una città, Prato, trama e ordito della società del futuro, multiculturale, dove l’eredità culturale diventa un elemento di liberazione e consapevolezza. E’ un progetto molto importante non per il passato ma per il futuro, ed è esattamente quello che deve essere il patrimonio culturale.”.

“Tessuti sociali, ha messo in evidenza Nicola Marini, presidente della Fondazione Museo del Tessuto, per noi è un progetto molto importante. Vogliamo infatti che il Museo del Tessuto sia un’istituzione aperta a tutta la città e diventi sempre più un luogo aperto e accogliente soprattutto verso i cittadini stranieri che solitamente frequentano poco le istituzioni culturali di Prato. Le attività svolte aprono nuovi scenari per il futuro, e sono orgoglioso che il nostro Museo – credo unico in Italia – sia oggi dotato di un supporto audio alla guida anche in italiano facilitato, oltreché in albanese, arabo, cinese e urdu, per avvicinare i cittadini delle comunità straniere più numerose della nostra multietnica città.”.

IL PROGETTO

“Tessuti SOCIALI” è un progetto di inclusione sociale che intende, a partire dalla fruizione degli spazi museali, favorire lo sviluppo delle competenze linguistiche, della consapevolezza interculturale, valorizzando i repertori linguistici dei possibili utenti stranieri del Museo del Tessuto, in ottica pluriculturale e plurilingue.Il progetto è stato avviato nel 2020 in piena pandemia da Covid-19, che ha reso molto difficoltosa tutta la prima fase conoscitiva e di indagine socio culturale sul territorio, volta ad individuare le ragioni della scarsa partecipazione alle attività del Museo e di altre istituzioni culturali cittadine da parte del pubblico adulto straniero.Grazie al carattere fortemente multietnico dei contenuti della mostra Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba (22 maggio 2021 – 23 gennaio 2022) sono state organizzate visite guidate seguite da incontri e focus group che hanno sollecitato la curiosità e la partecipazione attiva, il confronto e il dialogo interculturale con alcuni gruppi composti dalle comunità sopracitate.

Protagonisti indiscussi delle fasi successive del progetto sono stati gli studenti di alcune scuole della città e le loro famiglie per un totale di oltre 250 ragazzi. Grazie alla sensibilità e disponibilità alla collaborazione di alcuni docenti, sono state coinvolte 7 classi della Scuola Primaria Cesare Guasti, 2 classi della scuola Secondaria di Primo Grado Ser Lapo Mazzei – entrambe facenti parti dell’Istituto Comprensivo Marco Polo di Prato – e 23 studenti selezionati tra gli Istituti Superiori Livi, Copernico e Gramsci Keynes appartenenti alle comunità albanese, cinese, marocchina e pakistana. Gli alunni dell’Istituto Comprensivo Marco Polo, una scuola multietnica e multiculturale con numerosi bambini appartenenti a diverse comunità straniere, si sono rivelati un vero e proprio ponte di collegamento con le comunità straniere.

I ragazzi sono stati coinvolti in numerosi incontri, con visite guidate al Museo e alla mostra e laboratori didattici svolti in classe, al termine dei quali sono stati realizzati dei video con la tecnica dello Stop Motion (una tecnica d’animazione che a partire da una serie di scatti fotografici e attraverso il montaggio li trasforma in un video) per raccontare l’esperienza vissuta. I bambini non solo hanno scritto la storia, realizzato le scenografie e tutti i personaggi necessari ad animarla, ma si sono anche trasformati per un giorno in registi, fotografi e scenografi collaborando tutti insieme alla realizzazione dei vari scatti che poi sono andati a comporre l’animazione. I bambini hanno registrato le voci narranti in italiano e nella loro lingua madre.

Il coinvolgimento, invece, dei ragazzi delle scuole superiori, frequentanti tre istituti scolastici diversi e appartenenti alle comunità albanese, cinese, marocchina e pakistana, ha portato alla creazione di 4 mini video in lingua albanese, cinese, araba e urdu in cui i ragazzi invitano i loro coetanei alla visita del Museo utilizzando le proprie lingue madri e portando la testimonianza della propria comunità di appartenenza.

Tutti i prodotti digitali realizzati sono consultabili sul sito del Museo alla pagina web https://www.museodeltessuto.it/inclusivita/.

Le famiglie di questi ragazzi sono state al centro di una serie di incontri che si sono svolti al Museo nella fase di restituzione delle attività: i ragazzi hanno guidato mamme e babbi nella visita delle varie sale, hanno presentato i prodotti digitali creati a scuola e poi sono state condivise finalità e difficoltà del percorso finora compiuto.Inquattro giorni hanno visitato il Museo oltre 300 persone e quasi tutte quelle appartenenti alle comunità straniere lo hanno fatto per la prima volta.

 

 

 

 

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