Assemblea nazionale “Stati di Agitazione dell’Università”
Il 20 dicembre 2024 si è svolta un’Assemblea nazionale che ha assunto il titolo di “Stati di Agitazione dell’Università”. Un titolo che si proponeva evidentemente in rapporto con i cosiddetti “Stati Generali dell’Università”, organizzati nello stesso giorno dalla CRUI. La stessa CRUI si era espressa, in una audizione per il ddl 1240, con un documento che le organizzazioni che hanno promosso gli “Stati di Agitazione” hanno giudicato molto grave, poiché, nella loro considerazione, proponeva addirittura un aggravamento ulteriore della già inaccettabile moltiplicazione delle posizioni di precariato proposta dal ddl 1240 (QUI il documento CRUI; QUI la pagina del ddl nel sito del Senato).
QUI un articolo ripreso da ROARS e relativo all’incontro organizzato dai movimenti universitari.
Sono intervenuti all’Assemblea, che si è tenuta a Roma, anche colleghi dell’Università per Stranieri di Siena:
Orlando Paris (intervento di apertura); Massimiliano Tabusi, Tomaso Montanari (in ordine di intervento; cliccando sul nome si aprirà, appunto, il relativo intervento).
Erano presenti anche diverse altre colleghe e colleghi UniStraSi.
L’intera Assemblea è visibile qui sotto.
Il testo conclusivo dell’Assemblea:
PER UN SISTEMA UNIVERSITARIO PUBBLICO, AUTONOMO E DEMOCRATICO
Comunicato conclusivo Stati di agitazione dell’università, 20 dicembre 2024
Gli Stati di agitazione dell’università sottolineano come le attuali politiche di tagli alle risorse pubbliche, ulteriore precarizzazione del lavoro, sostanziale via libera agli atenei profit e telematici porteranno all’ulteriore scomposizione di un sistema universitario già segnato da dimensioni estremamente limitate, organici molto ridotti, precarietà, divergenze tra atenei e diseguaglianze nell’accesso.
Per un sistema universitario pubblico, autonomo e democratico, rivendichiamo una svolta, a partire da:
- il ritiro del DdL 1240, con la sua moltiplicazione e ulteriore strutturalizzazione del precariato, perché il lavoro di ricerca sia sempre configurato come lavoro (diritti, salari e rappresentanza);
- un piano straordinario per i precari, con specifici meccanismi e processi di stabilizzazione, che riassorbano la bolla creata dalla legge Gelmini e rilanciata dal PNRR;
- l’allargamento di organici e facoltà assunzionali a dimensioni europee con un nuovo piano pluriennale, garantendo quindi un reclutamento periodico, la reinternalizzazione dei servizi e l’adeguamento dei salari all’inflazione;
- un reale diritto allo studio, costruendo servizi pubblici e universali, superando il numero chiuso ed eliminando le attuali tasse e contribuzioni studentesche (le più alte in UE);
- il rilancio del sistema nazionale, eliminando logiche di mercato, squilibri tra sedi, distribuzione premiale e competitiva; cancellando la possibilità per gli atenei di essere profit e le politiche di favore per quelli telematici;
- la rimessa in discussione di gerarchizzazioni e verticalizzazioni rilanciate dalla Legge Gelmini, per costruire comunità universitarie democratiche.
Per questo gli Stati di agitazione propongono a tutte le componenti e le soggettività degli atenei:
- l’apertura di uno stato di mobilitazione permanente negli atenei, che si proponga di coinvolgere l’insieme delle comunità universitarie nei prossimi mesi attraverso appelli, assemblee, dimostrazioni, scioperi delle attività e degli esami, occupazioni;
- nel caso ci fossero forzature a gennaio nei tempi e nelle modalità di approvazione del DdL Bernini l’organizzazione immediata di presidi, occupazioni e dimostrazioni a Roma e nei diversi atenei;
- una settimana di agitazione a fine gennaio (27-31) in cui rilanciare l’iniziativa e la mobilitazione nelle università;
- nel rispetto dei percorsi e degli appuntamenti di ogni soggetto e componente, l’organizzazione di un nuovo incontro degli Stati di agitazione fine febbraio/primi di marzo, per approfondire il confronto e rilanciare l’iniziativa.
Stati di agitazione dell’Università
(immagini dal sito FLC-CGIL)